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Piemonte: approvato l’ atto di indirizzo per la nuova programmazione della gestione dei rifiuti urbani e bonifiche
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Piemonte: approvato l’ atto di indirizzo per la nuova programmazione della gestione dei rifiuti urbani e bonifiche

Con tale documento si dà inizio al processo di aggiornamento del piano regionale di gestione dei rifiuti urbani e bonifiche. Novità e considerazioni del nostro esperto ambientale

Novità in arrivo per chi opera sul versante ambientale. La Regione Piemonte, con la recente Delibera di Giunta del 12 marzo 2021 n. 14-2969, ha emanato un nuovo atto di indirizzo per l’aggiornamento del proprio piano di gestione dei rifiuti urbani e bonifiche intitolato “LR n.1/2018 art.3. Approvazione di atto di indirizzo in materia di programmazione della gestione dei rifiuti urbani e bonifiche – Aggiornamento della pianificazione regionale e adeguamento alla disciplina nazionale di recepimento delle direttive europee relative al pacchetto Economia circolare”.
Questo documento fa riferimento e fonda la propria titolarità, a livello normativo, agli articoli 198 e 199 del Decreto Legge 116/2020 rispettivamente dedicati alla predisposizione di un Programma Nazionale per la gestione dei rifiuti, e di un Programma Regionale, uno per ciascuna, inerente la gestione dei rifiuti e le bonifiche delle aree inquinate, la cui approvazione, si badi bene, è requisito necessario per poter accedere ai finanziamenti nazionali.
Nel quadro rientrano una nota dell’ARES del 16 dicembre 2020, con cui si chiedeva al Governo di comunicare alla UE i Piani regionali entro la data del 1° marzo 2021, (data in cui, fra l’altro, è diventato effettivo il nuovo formulario ‘ViViFir’), e infine un Ordine del Giorno della Giunta Regionale piemontese che impegna proprio quest’ultima entro 120 giorni a individuare i criteri per l’individuazione delle aree non idonee a ospitare impianti di smaltimento e recupero rifiuti, con particolare riguardo alla tutela delle falde acquifere.
A ciò si aggiungano anche i Piani Regionali di gestione dei rifiuti urbani e dei fanghi da depurazione (in vigore dal 2016), di gestione dei rifiuti speciali (2018) insieme al Piano regionale di bonifica delle aree contaminate, secondo la Legge Regionale numero 42 del 2000.

Tra i punti di maggior novità, rilievo e interesse operativo, il fatto che il Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani e dei fanghi da depurazione (2016) va aggiornato al periodo 2021-2030.
Mentre il Piano regionale di gestione dei rifiuti speciali, approvato nell’anno 2018, deve essere rielaborato alla luce dell’adozione di una nuova disciplina in materia di utilizzazione dei fanghi di depurazione. Aggiornamenti sono ancora previsti anche sul versante del Piano regionale di bonifica delle aree contaminate (al 1° Marzo 2020 su 1.832 siti da bonificare ben 832 risultavano ancora in attesa o completamento di intervento di recupero).

Per quanto concerne invece il Piano di gestione dei rifiuti urbani, esso dovrà tenere conto dei nuovi indirizzi comunitari: tra cui, tra i tanti, il limite massimo per lo smaltimento in discarica dei rifiuti urbani, pari al 10% del totale dei rifiuti prodotti, entro l’anno 2035.
Inoltre, il primo monitoraggio ambientale sui rifiuti speciali eseguito dal Piemonte ha evidenziato come il recupero energetico dei rifiuti è una operazione scarsamente utilizzata in Piemonte, in special modo se si considera che si è ancora innanzi a una consistente produzione di rifiuti (CER 191212) provenienti, come scarti di lavorazione, dagli impianti regionali di trattamento e valorizzazione delle raccolte differenziate.
I dati rivelano che al momento la produzione complessiva di rifiuti urbani in Piemonte è pari a 2.100.000 tonn/anno, ed è valutata stabile per i prossimi anni. La produzione di Rifiuto urbano indifferenziato all’anno 2025 è valutata in ca. 660.000 tonn/anno, per scendere a ca. 500.000 tonn/anno nell’anno 2035.
La necessità regionale di trattamento dei rifiuti urbani ‘non riciclabili’ viene quotata previsionalmente quindi (Rifiuto indifferenziato + scarti da impianti) a ca. 900.000 ton/anno al 2030.
Dati che i trend di calcolo vogliono in decisa crescita, testimoniando dunque una forte criticità nell’attuale sistema impiantistico piemontese. Infatti il limite massimo per lo smaltimento in discarica dei rifiuti urbani, pari al 10% del totale dei rifiuti prodotti, entro l’anno 2035 consentirebbe lo smaltimento in discarica per una soglia fissata a 210mila tonnellate annue.
Ne consegue che il nuovo, plausibile, futuro scenario richieda un repentino e potenziale adeguamento del sistema impiantistico piemontese alle nuove esigenze. Determinante sarà anche in tal senso l’adozione di nuovi modelli di sviluppo da concertarsi congiuntamente all’ambito accademico in tema di risparmio di consumo del suolo ed efficientamento degli impianti già in essere.

IL COMMENTO DEL TECNICO

Jacopo Giustina – Responsabile Ufficio Ambiente

GIUSTINA JACOPO

La scarsità di impianti di trattamento viene evidenziata ancora una volta come aspetto critico nella gestione dei rifiuti. Tema, questo, cui si aggiunge altresì anche la mancanza di norme specifiche che regolamentano l’ End of Waste. La cessazione della qualifica di rifiuto (per l’appunto tecnicamente detta end of waste) è disciplinata, in termini generali, dall’art. 184-ter del D.Lgs. 152/2006. Va però precisato che, in attuazione di tale disposizione, sono stati emanati in Italia solo 5 regolamenti (CSS, Bitume, PAP, Pneumatici, Carta e cartone) che riguardano una piccola percentuale dei rifiuti in grado invece di tornare a essere una nuova risorsa per il mercato. Nel parlare di rifiuti, occorre abbandonare idealismi e altrettanto sterili illusioni in vista di un approccio decisamente più realista nella ricerca delle soluzioni e nelle alternative da proporre al fine di evitare di concorrere a un propagandismo foriero di futuri irrealizzabili o di nuove emergenze.

Per maggiori approfondimenti: testo integrale della delibera di Giunta della Regione Piemonte

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